Dopo 1-4 anni, i bambini con epilessia liberi da attacchi vengono incoraggiati ad interrompere il trattamento quotidiano con farmaci antiepilettici.
Ricercatori dell’IWK Health Centre di Halifax, in Canada, hanno valutato l’incidenza di epilessia intrattabile in seguito ad interruzione del trattamento con farmaci antiepilettici in bambini epilettici della Nuova Scozia.
Tutti i pazienti studiati ( età compresa tra 1 mese e 16 anni ) hanno sviluppato epilessia tra il 1997 e il 1985, e le epilessie erano caratterizzate da crisi parziali o convulsive.
Il periodo medio di follow-up è stato di 5 anni.
I bambini con epilessia rolandica benigna sono stati esclusi dallo studio.
L’intrattabilità è stata definita come uno o più crisi ogni 3 mesi durante l’ultimo anno di follow-up o fino ad intervento chirurgico di successo delle crisi epilettiche e come fallimento di 3 o più trattamenti farmacologici antiepilettici alle massime dosi tollerate.
In generale, il 71% ( 260/367 ) dei bambini eligibili non hanno più presentato crisi epilettiche per 1-4 anni, ed hanno interrotto il trattamento antiepilettico.
Di questo gruppo, il 70% è rimasto libero da crisi senza trattamento farmacologico, ma il 30% ha presentato recidive.
Solo 3 bambini con recidive hanno sviluppato in seguito epilessia intrattabile.
Due pazienti sono stati sottoposti a lobectomia temporale, 1 con successo ed 1 con successo parziale ( su un periodo di 20 anni di follow-up ).
Il terzo paziente ha continuato ad avere epilessia intrattabile per 7 anni dopo l’interruzione del trattamento antiepilettico ma probabilmente è entrato in remissione.
Circa l’1% dei bambini che sono diventati liberi da crisi e che hanno interrotto il trattamento antiepilettico, hanno manifestato epilessia intrattabile, non più controllata dalla terapia.
Gli Autori dello studio non sono stati in grado di predire questo outcome ( esito ).
Resta da spiegare se un simile outcome avrebbe potuto manifestarsi anche nel caso che il trattamento antiepilettico non fosse stato interrotto. ( Xagena2005 )
Camfield P et al, Neurology 2005; 64: 973-975
Neuro2005